L’evoluzione umana è di passare dalla sopravvivenza alla Vita e dalla vita alla coscienza .
L’integrazione 2
La guarigione attraverso l’Integrazione
Nell’articolo precedente abbiamo visto che l’adattamento è
un meccanismo di sopravvivenza proprio dell’animale,
ciò che contesta con l’affermazione di Socrate
“Ciò che fa l’Uomo, è la sua grande facoltà di adattamento”.
In effetti se l’uomo si adatta è come l’animale, lo fa per non scomparire.
Fin tanto che continueremo a considerare l’uomo unicamente attraverso le sue capacità di adattamento – dunque alla sua capacità di sopravvivere – non consideriamo che l’animale che è in lui.
In effetti quello che noi chiamiamo Uomo non è altro che l’animale !
Poiché l’Uomo non è unicamente destinato a “sopravvivere” è fatto per la Coscienza:
deve vivere in Coscienza.
Nel linguaggio corrente, la parola Coscienza ha molteplici definizioni: funzione di sintesi, stato di veglia, conoscenza intuitiva, capacità di identificarsi, di pensare ecc.
Ma più si cerca di definire la coscienza attraverso il pensiero, più ci si allontana, poiché il pensiero non è la Coscienza!
Così ogni volta che vogliamo trovare una definizione per la Coscienza, la riduciamo.
Sappiano soltanto che la particolarità della Coscienza è quella che essa stessa non può essere cosciente (I buddisti dicono che “il coltello non può tagliare se stesso”)
Con la coscienza noi tocchiamo i limiti del nostro linguaggio, poiché le parole attuali non sono più portatrici del senso per accedere alla comprensione di questo grado di essere.
Come possiamo interpretare il Vivere in Coscienza dal punto di vista della Bioanalogia?
Diremo che Vivere in Coscienza non si può definire: si tratta unicamente di una sperimentazione che si chiama integrazione.
Etimologicamente, questa parola viene da integrale che significa “intatto, intero” e che per estensione si impiega per esempio in un’azione di incorporare qualcuno o qualche cosa ad un gruppo o un insieme.
Inizialmente ricordiamo che l’uomo è in sopravvivenza quando interpreta il mondo esterno nella dualità dandogli un valore positivo o negativo
L’uomo non si riconosce nel mondo esterno: vorrebbe che questo fosse come lui l’ha concepito e che non ci sono differenze fra esterno ed interno (per lui)
In questo modo entra in conflitto, quindi tenta di adattarsi e cade malato...
In effetti come ho già spiegato, la malattia è un adattamento.
Evolvere implica di cambiare completamente di paradigma: è un approccio fuori dal tempo e dallo spazio.
Le scoperte del mondo quantico ci invitano ... e anche la Bioanalogia.
In questo quadro della sua evoluzione spirituale,
l’Uomo non può più mettere la causa nella dualità e la causalità come una realtà.
In effetti questa visione causale e duale è una illusione, è una interpretazione del mondo per sopravvivere.
Non possiamo più negare la constatazione evidente che la vita è tre piani appartenenti ad un sola e medesima realtà.
Non siamo più “ noi e il mondo esteriore”. E’ noi, l’esterno e questo incontro fra i due.
1. esisteremo senza esterno ? – No
2. esisteremo senza interno ? – No
3. esisteremo senza un incontro fra questi due piani? No
Come non possiamo sopprimere un’estremità ad un bastone.
Un bastone è nello stesso tempo in una sola e medesima realtà, due estremità e un incontro fra queste due estremità.
Ciascuno di noi è nello stesso tempo, in una sola e medesima realtà, un esterno, un interno e un incontro fra i due.
Ogni piano è 100% di noi stessi e se uno solo scompare, non abbiamo più esistenza.
Ciascuno di noi è
nello stesso tempo, in una sola e medesima realtà, un esterno,
un interno e un incontro fra i due.
Ogni piano è 100% di noi stessi e se uno solo scompare, non abbiamo più esistenza.
Questo terzo piano è immateriale, inafferrabile e onnipresente è allo stesso tempo l’interno, l’esterno e la cosa stessa, vivente in una sola e medesima realtà.
Questo terzo piano – questo incontro , è la Vita che è un movimento permanente.
“La vita è sperimentazione”
ci dice Pierre Teilhard de Chardin
Come definire questa sperimentazione ?
E’ nello stesso istante, questi differenti punti:
- un incontro con gli avvenimenti della vita essendo:
-
ü senza aspettativa di un futuro differente
ü senza obbligo di arrivare ad un risultato
ü senza intenzione di voler modificare l’esterno
- una non identificazione – che impedisce l’incontro – con l’avvenimento
- un riconoscimento di ciò che ci tocca nel più profondo
- un posizionamento nella certezza assoluta che se questo avvenimento del mondo esterno mi tocca, questo parla al 100% di me e che ha del senso al servizio della coscienza
- una certezza assoluta che la realtà è l’ideale
- prendere la responsabilità di riconoscere che qualsiasi sia la cosa che mi tocca, questa appartiene solo a me
- non voler riparare il passato: non voler preparare il futuro: vivere l’istante presente.
- utilizzare tutta la propria energia unicamente al servizio di sé senza deviarla per cambiare l’esterno
- vivere senza concessione
- non restringere nulla di sé vivendo in tutta la nostra potenza
Questa sperimentazione è l’integrazione , solo “supporto” della Coscienza.
In conclusione, l’uomo biologico – la parte animale – deve adattarsi per sopravvivere, ma l’Uomo lui è fatto per l’integrazione.
Questa è la sua vera dimensione
e la sua guarigione.
Guarire è integrare