Non possiamo negare che siamo bagnati , fino ad non avere più sete, di informazioni di tutti i generi. E’ difficile sfuggire alla somma colossale di informazioni che riceviamo da tutte le parti, sia che si tratti di giornali televisivi, di giornali cartacei, o di Internet. Ora, occorre dirlo, queste informazioni sono spesso date con poco obbiettività, su una moda che favorisce e amplifica le reazioni emotive e le spaccature di opinione. Così una moltitudine di informazione si riversa su di noi in permanenza come dei proiettili lanciati contro un muro che “rimbalzano” e la maggior parte del tempo “ripartono” ancora più carichi di energia reattiva, positiva o negativa. Allora che cos’è veramente questa profusione di informazioni? D’altra parte, sentiamo spesso di vivere nell’ era della comunicazione” E’ vero che tutti possiamo per posta e-mail e altre reti sociali “comunicare” su ... tutto e niente! Ma spesso quando un messaggio o una informazione arriva, la reazione e quasi istantanea e la risposta inviata con un semplice clic, non lascia veramente il tempo di riflessione. Si tratta veramente di comunicazione? Secondo la Legge del Principio, proviamo a comprendere come tutto questo ci propone di vivere in coscienza. Ricordiamo, prima di tutto, che ogni volta che il nostro cervello biologico inconscio dà un valore positivo o negativo ad un avvenimento, questo indica che siamo nello stress, in una emozione e che questo modo di funzionamento mantiene l’idea che la causa della nostra gioia o della nostra sofferenza dipende da questi avvenimenti.
Ora, fino a quando siamo in questa visione, vale a dire nell’emozione (nel senso primario di ex movere: che ci piazza fuori dal sé) siamo nella sopravvivenza. In effetti, questo funzionamento è quello dell’animale che interpreta l’esterno come minacciante o rassicurante per la sua sopravvivenza in termini di Territorio, di Alimentazione e di Discendenza. Questo significa che quando siamo nella reattività in rapporto all’informazione siamo nell’emozione. Nell’emozione non c’è reale comunicazione, poiché tutto è da riportare a sé per assicurare la sopravvivenza dell’Ego. Detto altrimenti l’emozione non permette la comunicazione. Le reazioni emozionali hanno il solo oggetto di assicurare la sopravvivenza dell’Ego.
In effetti, in questo caso, prendo questa informazione come un attacco alla mia persona, dunque resto identificato all’informazione che lascio all’esterno di me. Questa reattività positiva o negativa non è comunicazione, ma informazione non trattata. Inizialmente, sappiamo che niente di ciò che ci tocca non ci concerne. Per comprendere questo, immaginate che nel corso di una lunga passeggiata in campagna, constatiate che vi siete persi. Vedere degli alberi, un ruscello, una strada, ma non riconoscete nulla, dunque si siete persi! Dunque, farete uno “scanner” tutto attorno a voi alla ricerca di qualche cosa che riconoscete, vale a dire di qualche cosa che vi tocca: “Ah, ci sono! Riconosco la piccola capanna laggiù!”. In effetti, la prima certezza che dobbiamo installare in noi, il primo passo verso la coscienza è la certezza assoluta che tutto ciò che ci tocca ci parla solo di noi. Dunque, di fronte alla profusione di informazione che ci toccano ad ogni istante e di fronte alla quale abbiamo la tendenza a reagire, dobbiamo trattarle, il che significa andare ad incontrarle.
Per questo prima di tutto occorre dis - identificarsi dall’informazione liberandoci di ogni carica emozionale. In effetti ogni informazione di fronte alla quale noi reagiamo non fa che rivelare una luce che è in noi e che non è stata portata alla coscienza. In altri termini, se siamo toccati, è che c’è in noi, il Principio di questa informazione (che non è l’informazione propriamente detta che non facciamo che interpretare). In Bioanalogia la Legge del Principio ci invita a rivelare il senso degli avvenimenti che ci tocca (Il Principio dell’avvenimento). A partire dalla prima constatazione, oggi riguardo a questa valanga di informazioni che ci sommergono, si può dire che queste sono accessibili praticamente a tutti: nessun bisogno di far parte di una elite per avere un’ informazione su una scoperta scientifica, su un testo di legge, in qualche secondo, Tutte le informazioni sono dunque le stesse per tutti: non ci sono più ineguaglianze apparenti nell’informazione, D’altra parte sono accessibili in qualunque momento e non importa dove sul pianeta. “Dunque possiamo dire, secondo la Legge del Principio non c’è più nulla da cercare, tutto è qui, per tutti, in qualsiasi momento. Inoltre la fisica quantistica mostra che l’ l’informazione è portata da un fotone (luce). Ciò si può tradurre come: è quando la luce circola che l’informazione diventa comunicazione. Poiché la comunicazione non è un’azione: è la constatazione che si rivela quando non reagiamo più agli avvenimenti. Vale a dire che quando ognuno di noi è al suo posto prendendo la responsabilità della propria vita e rispondendo a ciò che lo tocca, questo comunica fra gli umani. In effetti, comunica perché ciascun è entrato nella sua vera dimensione di Uomo. Per me, è questo che si chiama Amore. E’ essenziale comprendere che l’Amore non si dà, non si riceve: l’Amore è una costatazione che si rivela quando ognuno se ne assume. In conclusione, dobbiamo rispondere a tutte le informazioni che riceviamo essendo attenti a ciò che ci tocca alfine di estrarne il Principio che ci informa su ciò che non abbiamo ancora saputo rivelare in coscienza. Questo affinchè l’informazione diventi realmente comunicazione e che il fotone (luce) circoli, poichè siamo resposabili dell’Amore che viviamo.