Alcuni tempi sono più difficili degli altri da trattare. Oggi il tema è questo. Secondo l’ OMS ogni anno quasi un milione di persone si suicidano nel mondo, ovvero una persona ogni 40 secondi. Si può facilmente comprendere che le persone che giungono a suicidarsi sono per la maggior parte del tempo in uno stato di non realizzazione, non compimento. In altre parole, in questo momento della loro vita, esprimono che non riescono a vivere pienamente quello che vorrebbero vivere. La Bionalogia, con la Legge del Principio, ci insegna a interpretare il senso degli avvenimenti e a comprendere così in che cosa questi sono al servizio della nostra coscienza. In effetti, tutti gli avvenimenti che ci toccano parlano di una creatività non espressa. Ciascuno di noi è - o è stato - interessato personalmente o attraverso delle persone più o meno vicine questa situazione. Pensieri suicidi, anche tentativi ad un certo momento della propria vita, oppure suicidi compiuti, hanno toccato un parente, un amico, un collega. Si tratta senza dubbio di un ricordo doloroso. Ma oggi, vi propongo di considerare il suicidio con questo altro sguardo, quello della Bioanalogia, alfine di comprendere il senso – al servizio della coscienza – di questo avvenimento.
Proviamo vedere insieme la Legge del Principio. Non dimentichiamo che per accedere al Principio, dobbiamo staccarci da tutte le tonalità emozionali positive o negative.
- Tentativo di suicidio
Se tento di suicidarmi dirigendo un’arma verso il mio piede o la mia mano immaginate certamente che questo non mi conduce alla morte. Dunque se voglio realmente suicidarmi, occorre che l’azione tocchi una parte vitale del mio corpo. Questo significa suicidarsi – o tentare di farlo – è un atto che impegna la totalità dell’essere e non solo una parte di sé . Sapendo che la biologia fa quello che noi non sappiamo fare in coscienza, secondo il Principio – neutro – possiamo dire che il suicidio è un atto di vita intenso che impegna la totalità.- Così quando una persona fa un tentativo di suicidio – o che si suicida veramente – questo esprime quello che è appunto di impegnarsi intensamente nella su vita. Sono cosciente cdella gravità del tema e non cerco evidentemente di creare uno shock, ne di provocare questi proponimenti. Non si parla di una trattativa “pro o contro” il suicidio, ma unicamente di accedere alla comprensione del senso, secondo la Legge del Principio al servizio della coscienza. Sappiamo ormai che tutto ciò che ci tocca parla solo di noi. Dunque quando sono toccato da un suicidio, o un tentativo di suicidio di uno dei miei cari, posso domandarmi in che cosa questo ha del senso per me. In altre parole, cercare in che cosa una parte di me non vive pienamente e resta in una riserva? Seguendo la persona che si messa in questo suicidio, il senso per me sarà differente:
- suicidio del padre
Il padre – Energia / Padre – corrisponde ai riferimenti, all’esterno, all’orientamento. Si tratta di un invito a situarmi intensamente nella direzione della propria vita.
- suicidio della madre –
La madre – Energia/Madre – si collega al concreto, alla realtà tale e quale è. Si tratta di un invito a far vivere intensamente ciò che mi lascia in pace e che è vero per sé.
- suicidio di un fratello, di una sorella, di un amico
fratello/sorella/amico: questo mi parla di ciò che è fraterno, benevolo. Si tratta di invito a scegliere intensamente nella propria vita si accogliersi intensamente, come siamo, e nella benevolenza.
- suicidio del padrino o della madrina
Il padrino e la madrina sono come i genitori in una dimensione più spirituale. Tradizionalmente, rappresentano la “fata buona” che si piega sulla culla del bambino per rivelare i suoi doni. Spesso con i propri padrini, il bambino è più libero nella relazione che con i sui genitori e può dunque esprimere più facilmente i suoi desideri profondi, la sua verità. Così si può dire che il suicidio del padrino o della madrina è un invito a far vivere più intensamente la propria ricchezza profonda, il proprio Talento Unico, Originale e Singolare. Uno dei fondamenti dell’approccio bioanalogico è il postulato che: abbiamo la responsabilità di rispondere a ciò che ci tocc., E’ molto importante, poiché se contiamo nel nostro ambiente circostante delle persone che si sono suicidate, mettiamo questi avvenimenti in luce per noi, prendendo senso. Ci togliamo del peso, non soltanto, per noi, ma per la nostra intera genealogia.
Mettendo in luce noi liberiamo il peso dell’avvenimento e possiamo allora integrarlo. Il miglior aiuto che possiamo portare agli altri è di essere totalmente se stessi, nell’intensità della nostra personalità, della nostra identità. Se nel vostro ambiente circostante, una persona vi dice che non ha più il gusto di vivere, che pensa al suicidio, provate ad aiutarla a contattare i suoi valori più importanti. Sarete forse stupiti di constatare che il suo stato non è più dovuto al fatto di non sapere in che cosa consiste, ma come far vivere intensamente la sua ricchezza interiore. Un giorno, che mi trovavo io stesso in una grave crisi esistenziale, Gitta Mallasz (“Dialogo con l’Angelo) mi ha detto con un voce molto ferma: “Che cosa ne fai della tua energia?” Tu sei sole e sei fatto per brillare, punto e basta!” Siamo tutti ricchi di valori essenziali per noi, ma li perdiamo talvolta di vista. Ricontattarli ci permette di collegarci alla nostra intensità di vita: ognuno di noi è un sole per brillare con tutti suoi fuochi!