Il primo romanzo di apprendimento umano di Salomé Girard  “Fino alla fine della sete” (Edizione HCL) dove l'autore fa dire alla sua eroina alla pagina 67: “Non occorre desiderare di essere creativo, occorre esserlo. E questo crea”.  Lei prosegue: “allo stesso modo non si può creare l’amore o l’amicizia. L’amore è. L’amicizia è”. E’ questo che è creatore e rivelatore d’amore.

Trasformare la mancanza in Talento. Perché no?

Da un articolo apparso nella rivista VIVERE (gennaio-febbraio 2013)

Alla nascita noi portiamo una Impronta di Nascita che è Unica e che condizionerà molto bene il nostro modo di essere in relazione con la vita e gli avvenimenti che la compongono che nel nostro modo di interpretare chiamiamo avvenimenti. E’ fondamentale comprendere ciò che l’unicità di questa Impronta implica, perché ciascuno di noi è un essere unico al mondo. L’Impronta di Nascita di una persona si costituisce in tre fasi: una fase “Progetto” nei nove mesi prima del concepimento; un fase “Realizzazione” i nove mesi di gestazione e una fase “Concretizzazione” i primi nove mesi di vita. La registrazione di ciò che i nostri genitori vivono e risentono durante questo periodo di 27 mesi, crea nel bambino che deve arrivare, una Impronta che è una struttura unica al mondo. Questo vissuto/risentito del padre e della madre è qualche cosa che non è mai esistito nell’universo in quell’istante preciso, in quelle condizioni precise e che non esisterà mai più in modo identico. Così ognuno di noi è senza paragone, poichè unico, originale e singolare. Siamo programmati al 100% e ciò non è “de-programmabile!”

Conscio o inconscio?

Abbiamo la possibilità in quanto esseri umani, di vivere questo programma in due modi totalmente differenti: sia nel nostro inconscio biologico , ciò che ci conduce a riprodurre ancora e ancora le stesse situazioni per tutta la nostra vita, sia in coscienza, vale a dire rivelando il Principio degli avvenimenti che hanno impregnato la nostra Impronta alfine di trasformarla in Talento creativo, talento che potrà in seguito essere messo al servizio della nostra evoluzione. In effetti qualsiasi sia la storia del nostri genitori e della nostra genealogia, la struttura che si è inscritta in noi è uno straordinario utensile di trasformazione, un potenziale unico! Per rivelare il Principio di un avvenimento, ci si deve staccare dalle nostre emozioni per studiarne soltanto la struttura. Così quando si vivono delle situazioni a ripetizioni, dobbiamo cercare di sapere quale Principio o quale legge è all’opera in ciò che viviamo, poiché ogni avvenimento è portatore di un Principio che si collega ad una legge straordinariamente giusta.

Principio, Mancanza e Talento

Per comprendere la nozione del Principio prendiamo l’esempio di una persona che cade spesso. Il principio di questo avvenimento è: incontrare la terra, il reale, confrontarsi alla realtà concreta. Così le persone che cadono spesso eseguono, nel loro inconscio biologico, ciò che non sono riuscite a fare in coscienza: confrontarsi e vedere la realtà concreta delle cose. Applicando questo alla nostra Impronta, una persona che non è stata desiderata prima della sua nascita, che non era stata attesa e non si sentirà mai attesa o riconosciuta, porta in sè il Principio del non atteso/inatteso. Questo non è né positivo, né negativo! Questo principio portato alla coscienza, può trasformarsi in Talento creativo, ovvero nella capacità di vivere l’inatteso, di essere in permanenza “fuori programma”. Questo non è forse una sorgente di creatività straordinaria? Che cosa dire di una persona che è sempre confrontata ad una sensazione di mancanza: “Ho acquistato un’auto, ma mi è mancato il denaro per scegliere l’opzione X o Y”. Domandategli se non è un bambino prematuro: manca di qualche giorno, un mese .... Eppure mancare è il Principio stesso della nostra vita! In effetti se si vuole vivere pienamente presente a questa o quell’altra situazione, devo scegliere di mancare a tutte le altre situazioni.... Questo talento creativo è il primo criterio di una vita piena e intensa!

La Chiave: Prendere la mancanza sul proprio conto

Ciascuno di noi può dare alla sua incarnazione una risposta unica, originale, singolare. Se siamo 100% programmati dal vissuto e il risentito dei nostri genitori, siamo anche 100% liberi di scegliere di vivere gli avvenimenti della nostra vita in coscienza. Così possiamo scoprire quali sono le nostre mancanze per trasformarle in seguito in talenti che saranno messi al servizio della nostra evoluzione. Il ”talento della mancanza”. Ecco una nozione piuttosto inusuale, ma c’è una logica bella e buona dietro questa idea. Una volta che prendiamo sul nostro conto questa famosa mancanza che ci fa tanto soffrire, possiamo alla fine rigirare la situazione a nostro favore.

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