Sisma e coscienza (Néosanté Settembre 2015)

Drammi e catastrofi naturali punteggiano la nostra attualità nel quotidiano e anche se non siamo direttamente interessati, tutti questi avvenimenti hanno un senso per ciascuno di noi come per l’umanità intera .In Bioanalogia con la Legge del Principio cerchiamo di scoprire qual è l’invito della vita attraverso ciò che ci tocca alfine di mettere in luce un Talento creativo che dobbiamo rivelare.

Il potente sisma che ha devastato il Nepal qualche mese fa non sfugge alle regole.

Tentiamo di scoprire insieme a quale punto questo avvenimento è per noi tutti un potente invito a cambiare e ad elevare la nostra coscienza.

Cominciamo ad analizzare quale dettaglio:

Sisma: (definizione): “Terremoto” proviene dalla frattura delle placche rocciose tettoniche in profondità, dovuto alla liberazione brusca di un’energia accumulata dalle costrizioni esercitate su queste rocce. Si traduce in superficie con delle vibrazioni più o meno importanti creando dei danni che sono in funzione dell’ampiezza, delle frequenza e della durata di queste”

Un sisma è sempre una catastrofe delle più mortifere con delle conseguenze gravi e a tutti i livelli.

Possiamo dire che secondo la Legge del Principio:

In altre parole, è un invito a sperimentare una terra nuova, sconosciuta, senza alcun riferimento al passato.

Questo terremoto ha avuto luogo nel Nepal considerata come il Tetto del mondo poiché si contano 8 – 10 montagne più alte della terra. La montagna è il simbolo di un elevazione dell’uomo e il “Tetto del mondo” è il luogo dove la terra è più vicina la cielo.

Secondo la Legge del Principio, questo luogo ci invita dunque a vivere in coscienza che la vera dimensione dell’Uomo è la sua realizzazione spirituale.

Questa realizzazione spirituale prende qui un carattere particolare. In effetti l’Everest attira enormemente degli alpinisti, numerosi fra questi alpinisti sono stati portati via delle valanghe, tutto è scomparso, anche le loro tracce.

Si può anche dire che è un invito a comprendere che non c’è un cammino da percorrere, non delle vette da raggiungere e neppure dei modelli e dei maestri da seguire.

Questo ci ricorda quello che ha scritto René Daumal quando cita nel suo libro “Il Monte Analogo” ... “Ritorna sui tuoi passi (....) e cancella le tracce del tuo passaggio affinchè si possa trarre in inganno coloro che vorranno seguire tali tracce”

Detto altrimenti la nostra realizzazione spirituale è una sperimentazione unica e personale, al di fuori di tutte le vie e di tutti i dogmi.

Ricordiamo che la Repubblica del Nepal è un paese che è passato recentemente dalla monarchia assoluta alla democrazia. Secondo la Legge del principio, questo traduce l’invito di non sottomettersi ad una legge esterna (monarchia) ma al rispetto di ciascuno nella sua unicità (democrazia).

Infine la bandiera del Nepal è la sola bandiera nazionale a non essere rettangolare, ma formata da due triangoli sovrapposti, l’uno con la luna e l’altra con il sole. Ciò che esprime l’unione del maschile e del femminile quindi l’invito alla non dualità.

Ultimo punto degno di nota ai miei occhi: 80% della popolazione del Nepal è induista. L’induismo è una religione senza fondatori, né profeti. Non ha una chiesa, né grandi dogmi. Si tratta di una religione animista che attribuisce una coscienza ad ogni oggetto del mondo materiale, sia minerale che vegetale o animale.

Secondo il Principio questo esprime che il sacro non è in un oggetto, all’esterno di noi: ogni azione è sacra come anche ogni istante.

Se vogliamo riassumere tutto questo in un invito a rivelare un Talento creativo per ognuno di noi, si può dire che l’era che si apre è quella della Coscienza: lasciamo l’era della dualità e della causalità.

Lo spirito quantico ci invita ad uscire dalla logica del mentale, a prendere - individualmente – la responsabilità della sperimentazione dell’essere unico che siamo uscendo dalle convenzioni di modelli, dall’uniformità dell’azione, del pensiero.

Tutto questo senza alcun riferimento, né modello: non c’è alcuna guida, alcun cammino da seguire (che ci condurrebbe al di fuori di noi stessi)

Si tratta di lasciarsi sorprendere ad ogni istante attraverso la sperimentazione dell’istante presente, senza alcuna sicurezza, uscendo dall’illusione del nostro potere personale nel senso in cui non siamo noi che agiamo sull’esterno, è la vita che agisce in noi.

Così ognuno di noi è interamente responsabile della Vita tutta intera e ogni azione individuale è 100% del cambiamento della totalità.

Vivere coscientemente significa mettersi a disposizione della vita e lasciarsi operare da lei scegliendo il cambiamento ad ogni istante, piuttosto che di sopravvivere subendolo.

E’ la nostra responsabilità d’ Uomo sulla terra.

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