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Epistola   # 32

Buon giorno a tutti !

Eccoci giunti in piena primavera. Osanna! Quest’anno 2016, l’equinozio di primavera è stato gemellato con la celebrazione cristiana delle “Palme”. Associazione interessante, poiché la prima rugiada della primavera si è depositata sui rami dell’albero che restano verdi, simbolo di vittoria, di rigenerazione e di immortalità: olivo bosso, alloro. La celebrazione è adattata alle regioni, ma in Terra Santa sono delle foglie di palma.

Il racconto di questa celebrazione è relazionata con qualche differenza nei quattro Evangelisti. La versione di Giovanni, a mio avviso, la più interessante poiché la più semplice per una versione dall’ebraico o aramaico. Ecco come si intende in ebraico: “Prese (il popolo” in mano dei rami di palma, e uscì verso di lui dicendo: Hoshiâh Na !benedetto sia nell’avvenire nel Nome di Yhwh, Re d’Israele!” « Vayiqiħou beyad kapoth temarim vayétsaou élaïv lémor : Hoshiâh-Na, baroukh haba beshém Yhwh mélékh Ysraél».

וַיִּקְחוּ בְיַד כַּפּוֹת תְּמָרִים וַיֵּצְאוּ אֵלָיו לֵאמֹר הֹושִׁיעָה־נָּא בָּרוּךְ הַבָּא בְּשֵׁם יְהוָֹה מֶלֶךְ יִשְׂרָאֵל׃

Osanna

Questo versetto contiene due espressioni particolarmente interessanti: : « kapoth temarim », e « Hoshiâh-Na »,  Osanna. Questa ultima interiezione si può tradurre letteralmente con “salva ! di grazia!” è frequentemente utilizzata nelle liturgie giudaiche e cristiane. Nel giudaismo è il ciclo degli hoshanoth della festa di souccoth, delle capanne ricoperte da “rami di palma” con le processioni di rami di salice il giorno dell’ Hoshanâh Rabba (grande Osanna). La differenza fra questi rami cristiani ed ebrei, è che gli uni sono nella primavera e gli altri in autunno.

Hoshâh-Na [הֹושִׁיעָה־נָּא] non è menzionata sotto questa forma nella Torah, ma la si trova menzionata con uno Yod supplementare nel Libro dei Salmi (118:25): Ana Yhwh, Hoshiâh na ! Ana Yhwh, Hatsiliħah na !Di grazia Yhwh, il soccorso! Di grazia Yhwh, la riuscita (la traversata) !”

אָנָּא יְהוָה הֹושִׁיעָה נָּא אָנָּא יְהוָה הַצְלִיחָה נָּא׃

Fondandomi sull’ortografia dell’interiezione di questo salmo ho scelto la pronuncia « hoshiâh» piuttosto che « hoshâh», correntemente in uso. In effetti l’espressione comune è « hoshâna» e si scrive senza Yod  né il Hè [הוֹשַׁענָא], ciò che più vicino all’osanna cristiana.

Questo salmo è una evocazione mistica, un mantra che favorisce la liberazione. Una formula che libera la Gioia. E’ composta da due parti che comporta ciascuna 15 lettere. Ogni parte comincia con il temine « ana» (di grazia), presente all’inizio delle preghiera in 42 lettere « ana bekoaħ … » da cui è tratto il Nome in 42 lettere. Il « na» è anche una richiesta di grazia : « per piacere » « dammi » « ora ». I due « na» di questo versetto ricordano la formula evocata da Mosè per guarire la lebbra di Myrian « El na refa na lah» [אֵל נָא רְפָא נָא לָהּ] (Numeri 12:13).

Kapoth, le palme

« Hoshiâh », come « Yhoshouâ» (Giosuè ) o « Yéshouâ» (Gesù), sono una forma di « yéshâ» [יֶשַׁע], il saluto, l’aiuto, il soccorso. Se si analizza il « hoshiâh» del salmo, appare un’ evidenza : contiene le quattro lettere del Tetragramma Yhwh, nell’ordine Hè-Vav-Yod-Hè. E’ qui che intervengono i nostri « kapoth temarim» [כַּפּוֹת תְּמָרִים], rami di palma. I  kapoth, sono ciò che ricoprono, senza dubbio all’origine del francese « capot ». Possiamo sognale la kaporeth, il coperchio dell’Arca. Si tratta di una protezione, la protezione delle temarim, le palme della stessa famiglia della« temourah» [תְּמוּרָה], la permutazione delle lettere. Questo ci rivela uno dei misteri delle palme della Torah, che simboleggiano le forze della permutazione, di trasformazione, fino alla trasmutazione. Così sedersi sotto una palma o arrampicare su una palma è trasformarsi interiormente.

Dunque, se si permuta Yod e Hè all’interno di « Hoshiâh» [הֹושִׁיעָה] diventa « haïshouâh» [הַיְשׁוּעָה], termine che si incontra sotto questa forma nel Salmo 3:9: « Attraverso Yhwh è il saluto (haïshouâh). Sul tuo popolo è la tua benedizione. Sélah ! »

לַיהוָה הַיְשׁוּעָה עַל־עַמְּךָ בִרְכָתֶךָ סֶּלָה׃

Yéshouâ e Yhoshouâ

Si sente in questo versetto il nome ebraico Yéshouâ  [יֵשׁוּעַ] salvatore, il nome ebraico di Gesù, formato da quattro lettere al centro del diminutivo di  Yéshouâ occulta lo âyin et diventa Yéshouou Yéssou [יֵשׁוּ], vale a dire « Gesù ». Tuttavia senza lo âyin questo non vuole dire « salvatore », ma « Lui ci » : Yésh-Hou. In risposta al  éin, niente,che ci conduce al concetto cabalistico dello Yésh me-aïn[יֵשׁ מֵאַיִן], l’essere tratto dal niente (ex nihilo) denominato Hou(Lui) dai cabalisti. E’ sufficiente prendere i due   piazzati prima e dopo il nome  Yéshouâ, sia 5+5 e di fonderli in un 10, in uno Yod che basta iniettare nel « na» [נָּא], che diventa sia « éin» [אֵין], niente, o « ani» [אֲנִי], io. Questo offre la possibilità di ricostruire la formula mistica « Ani Hou», « Sono Lui » [אֲנִי הוּא] : « In questo giorno, Sono Lui e Éin libera la mia mano » (Isaia 43:13). Si può anche vedere questo altrimenti e dire che  Hoshâh-Na [הֹושִׁיעָה־נָּא] ha la stessa ghematria 447 di  Ani Yéshouâ [אֲנִי יֵשׁוּעַ], « Sono il Salvatore » o « Sono Yéshouâ ».

Come menzionato « Hoshiâh» contiene anche il nome di Giosuè : Yhoshouâ[יְהֹושֻׁעַ] (Yah salva). Si può osservare che in questo caso le tre prime lettere del Tetragramma sono rimesse nell’ordine yod-hé-vavSeguite da Shin, il fuoco che in questo caso manifesta la Luce attraverso i suoi tre principi (attivo, passivo, neutro) o più precisamente la sua luminescenza :  Oraïta in aramaico; o in ebraico:Torah. Si sa che la Torah possiede 70 livelli di lettura, valore dell’Ayin che termina il nome.

Se si dà il Hè restante al « na», diventa « anah » [אָנָה], che significa “ dove?" e cerca una direzione. Si ha allora « anah yhoshouâ ? », « dove Yah salva ? », guida verso la Terra promessa che Mosè affida a Giosuè (Yhoshouâ), con l’Arca e i misteri dei 70 livelli di lettura della Torah. « Anah» [אָנָה] è in qualche modo una forma femminile dell’io (ani). E’ il femminile sacro rappresentato da , velato nel ME, in lutto (anah significa anche lutto), a immagine della Shekhinah.

Il versetto di Giovanni meriterebbe un maggior approfondimento, poichè fa allusione al Ôlam ha-Ba, il Mondo a Venire , con l’espressione  baroukh haBa [בָּרוּךְ הַבָּא], « benedetto sia il a venire  ». Ciò che si può ritrovare associato con  Hoshiâh na (Osanna) nel Vangelo di Marco (11:10) : « Benedetto sia il Regno di nostro Padre Davide a venire  (ha-Ba). Hoshiâh na in luoghi molto alti ! ». All’origine dell’evocazione : “Osanna nell’alto dei cieli ! » della liturgia cristiana. Questi luoghi molto alti sono i  Âravoth della Mistica dei Palazzi, mistero del versetto di Michè (1 :3) « Poichè ecco Yhwh esce dal suo luogo e discende, cammina sui dei luoghi alti della terra » ma questa è un’altra storia.

 

Per coloro che non l’hanno ancora visto ecco il link di un clip video della cantante israeliana Victoria Anna. Comme questo è stato spesso il caso, il Séfer Yetsirah conosce una nuova versione, diciamo rap orientale questa volta. Il testo del Séfer Yetsériah è conforme si ritrova la descrizione dei livelli del linguaggio, le tre madri, le sette doppie e le dodici semplici.

https://youtu.be/gcnxRi0s_DM

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    -- Ornella --
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