L’automobile (3 parte)

Il campione olimpico Usain Bolt ha dichiarato alla fine dei Giochi “sono una leggenda viva”. Etimologicamente la parola “leggenda” proviene dal latino “legenda = che deve essere letto”. La lettura è un modo di decifrare e di capire un’informazione. Noi dobbiamo leggere i segni della nostra propria “legenda” che si manifestano negli eventi del quotidiano. Dopo la sperimentazione della vacuità delle ferie, è l’occasione per noi di “rientrare” in noi stessi per accedere ai segni della nostra legenda personale. Che possa, questo nuovo articolo sulla comprensione del senso dei nostri eventi tramite la Legge del Principio, accompagnarvi in questa conoscenza:

L’automobile n. 3

Gli incidenti stradali:

In una precedente cronica, abbiamo visto che l’automobile è in Principio, come lo indica il suo nome auto e mobile: parla dunque di come dobbiamo vivere, per essere pienamente vivi (mobili) per noi stessi (auto). In altri termini, l’automobile si collega alle azioni di vita che ci permettono di vivere, quello per il quale siamo fatti, come essere unico che siamo, in modo completamente autonomo. I nostri problemi concernenti la macchina ci indicano una difficoltà a vivere pienamente la nostra vista, in una tonalità di mobilità dunque di evoluzione e d’incontro. Tentiamo dunque di estrarre insieme la Legge del Principio in diversi incidenti di percorso legati a questa mobilità. Abbiamo già descritto l’uscita di strada e lo scontro con un albergo. Ma cosa succede in un incidente di “incontro” cioè scontro tra due o più macchine?

Indicente frontale, da fermo

Florence ha, da qualche tempo, la paura intensa, fobica, di avere un incidente in macchina, cosi forte da non osare più prendere la strada. Guida la macchina solo per spostarsi nel suo villaggio. Quando le chiedo cosa teme, esprime la paura di essere colpita frontalmente da un’altra macchina. Florence, avendo avuto un padre autoritario e superprotettivo, è diventata una donna introversa con una tendenza a tirarsi indietro davanti ad ogni personalità affermata. Ha dunque delle difficoltà per posizionarsi e, nella maggioranza dei casi, lascia gli altri decidere per lei. Un incidente frontale è uno scontro faccia a faccia con un’altra vettura. E’ proprio un “incontro” con l’altro. In lettura bioanalogica, quello che ci spaventa è esattamente quello che dobbiamo “incontrare” per realizzarsi profondamente e quello che si trova di fronte a noi rappresenta il futuro, cioè i nostri progetti e le nostre intenzioni. Qui Florence deve prendere coscienza che la sua paura esprime quello che lei dovrà “incontrare” per realizzarsi pienamente: dovrà posizionarsi di fronte agli altri (affrontare gli altri) come lei è, nella sua integrità, senza fuggire e senza nascondersi. Avendo capito il senso della sua paura, Florence ha molto migliorato le sue relazioni umane ponendosi con più fiducia e integrità con le persone che la intimidivano prima come suo marito o il suo datore di lavoro. Dunque la sua angoscia di scontro violento frontale è cosi sparita, liberandola di conseguenza dei suoi limiti di spostamento, dunque di autonomia, sempre più restrittivi che aveva prima.

Scontro parte posteriore

Robert vive una relazione di coppia molto perturbata e, quando decide di porre fine a questa, la sua compagna parla di suicidio, addirittura passando all’atto, recentemente, con una dose di medicinali che l’hanno condotta in ospedale. Tutto questo ha dato a Robert un enorme senso di colpa. Poco dopo, mentre va in consulto da un terapeuta, la sua macchina viene urtata dietro da un’altra. E’ la quarta volta che avviene quest'evento, ma è la prima recandosi dal suo terapeuta. Aveva infatti iniziato una terapia per lavorare sul suo senso di colpa. Nella sua storia di famiglia, troviamo un nonno “responsabile di un passaggio a livello” che, una notte, aveva dimenticato di chiudere le sbarre, fatto che ha provocato la morte di un automobilista che attraversava il passaggio a livello al momento del passaggio del treno. E’ ovvio che questo drama vissuto dolorosamente dal nonno, aveva lasciato delle tracce di grande senso di colpa nella famiglia. Ma qual è il significato di questo scontro posteriore – ripetitivo – che lui subisce questa volta, recandosi dal suo terapeuta per lavorare sul proprio senso di colpa?

  1. -       Recarsi dal proprio terapeuta può essere letto come: guarire nella propria vita.
  2. -       Subire uno scontro: obbligo di “incontro” e di constatare.
  3. -       Dietro (posteriore): il passato
  4. -       Quarta volta: numero 4: posizionarsi nella realtà concreta della propria vita.

Possiamo concludere che, nella sua vita, Robert può guarire solo “incontrando” e “constatando” cioè assumendo la responsabilità degli eventi del suo passato. Volendo posizionarsi come salvatore di sua moglie non osando posizionarsi chiaramente sarebbe come mantenere in lei questo senso di vittima e dunque, nello stesso tempo, di colpevole in lui. Mentre assumendo la responsabilità della sua vita, lui guarirebbe lui stesso, come pure la memoria famigliare, di ogni senso di colpa. Assumere la responsabilità della propria vita significata non volere un altro passato, un’altra storia, un’altra famiglia di quella che si ha. Dopo questi eventi, Robert ha lasciato la moglie e vive ora una nuova relazione amorosa con una donna. Ha imparato a non prendere su di lui – con sensi di colpa – gli eventuali cambiamenti di umore della nuova compagna.

Scontro laterale con un’ambulanza prioritaria

Patricia, madre di famiglia, è spesso stracarica d’impegni: passa le sue giornate a occuparsi dei figli, del marito con la sensazione che sono tutti prioritari sui suoi propri bisogni personali. Quel giorno, lei taglia la strada a un’ambulanza che circolava lampeggiando senza però essere in servizio; il conducente voleva tornare a casa velocemente. L’ambulanza la urta sulla parte destra. Qual è il principio di questo incidente? Traduce esattamente quello che lei deve portare a livello di coscienza: neanche “l’urgenza” non deve avere priorità, tanto più che l’urgenza era solo apparente e non reale poiché l’ambulanza non era in servizio. L’integrazione del Principio ha molto aiutato Patricia permettendole di realizzare fino a che punto è lei che si metteva in situazioni di urgenza. Oggi riesce a prendere più tempo per lei e perfino a praticare attività fuori della sua casa. In riassunto, una volta di più, si può constatare che la lettura del Principio non è un’interpretazione aleatoria di un evento ma una constatazione rigorosa dei fatti senza cercare un’altra realtà dell’evento stesso. E cosi questa lettura - fuori di ogni casualità- permettendo la rivelazione del Principio, è la porta di accesso a quello che c’è di più profondo all’interno di noi stessi.

Jean-Philippe Brébion

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