Asma bronchiale dalla nascita

Testimonianza – Asma bronchiale dall’infanzia

(27.1.14)

Sono una donna di 40 anni e ho sofferto di asma da quando avevo 4 anni.

Da quanto ne so, perché mi è stato raccontato, a quei tempi avevo regolarmente, ogni 6 mesi, infiammazioni all’orecchio medio e bronchiti, alternativamente.

I medici ritenevano, del resto, che la causa fossero le bronchiti cicliche…e la casa vecchia e umida dove vivevamo allora…e l’aria inquinata dalle industrie nella nostra valle…e la mia allergia alla polvere domestica di allora…e la mia allergia agli accari…e la mia allergia ai gatti…e quella ai pollini…e che cos’altro ancora non so.

Oggi so quale è la causa…e lo trovo una cosa veramente geniale!!

La storia relativa è meno geniale. I miei genitori litigavano sempre dall’inizio della loro relazione e a volte violentemente, anche per via del frequente consumo di alcol. Quasi sempre, quando mio fratello ed io eravamo già a letto, perché non dovevamo sentire nulla. Siccome la nostra cameretta comune si trovava direttamente sopra la “camera delle battaglie”, sentivamo tutto ogni volta.

Mi posso ricordare benissimo che ogni volta credevo che le mie orecchie crescessero e si muovessero da sole per poter sentire meglio tutto quello che stava succendo sotto (adesso provate a indovinare da dove venivano le infiammazioni all’orecchio!).

Veniamo adesso alla causa scatenante: una notte le liti furono così violente che mia madre ebbe veramente paura di mio padre e si rifugiò terrorizzata in camera nostra. Come ho vissuto la situazione: la mamma arriva tutta scompigliata e spaventata a morte in camera nostra, chiude a chiave la porta e si siede sul mio letto. Sentivo mio padre che saliva rumorosamente la vecchia scala di legno. Sbatteva, scuoteva e bussava violentemente alla nostra porta. Io fissavo continuamente la vecchia serratura di ferro, tanto che la potrei disegnare a memoria ancora adesso. Mi ricordo che avevo una paura folle che potesse prima o poi farcela ad entrare e questo nonostante non abbia mai avuto paura di mio padre – al contrario!! Mio padre è sempre stato molto affettuoso con me, fino alla sua morte e non avrebbe mai alzato una mano su di me. Ma tutta la situazione era per me, una bambina di quattro anni, molto terrorizzante.

Credo (deve cioè essere andata così) di aver patito il mio DHS quella notte, con tutti i possibili “binari correlati”. Quello che avvenne dopo furono delle serie infinite di “attacchi”, che mi portarono un sacco di volte in ospedale.

Poi, più o meno intorno agli 11 anni, ai dottori venne la bella idea: ci deve essere una causa psicologica! Quindi ne seguì un ricovero in ospedale a Klagenfurt in un reparto di psichiatria infantile per malati non proprio pazzi – si chiamava istituto terapeutico di riabilitazione.

Questi soggiorni erano previsti inizialmente per la durata di un mese. Lì mi sentivo molto fuori luogo e rinchiusa, venivo da un piccolo paese dove tutti i bambini dopo la scuola giocavano allegramente all’aperto per tutto il giorno e solo dopo lunghi richiami dei genitori rientravano a casa “quando si faceva buio”. Nel “sanatorio” come i bambini del posto lo chiamavano allora, mi raggiunse un altro mondo. Niente genitori, niente fratelli, niente amici. Eravamo rinchiusi nella nostra stazione e c’erano le sbarre davanti alle finestre e queste si potevano solo ribaltare. Anche lì ebbi delle esperienze alquanto brutte che non pensavo fossero possibili. Un bambino di 12 anni aveva continuamente attacchi di follia che gli costavano poi la “gabbia” per tutta la notte, cioè un letto con le sbarre anche sopra. Psicologicamente di sicuro valore!!! C’erano tanti bambini che cercavano di scappare. Una “amica” ha cercato di tagliarsi le vene dei polsi…eccetera…eccetera.

In ogni caso la mia situazione non migliorò.

La psichiatra, che una volta davanti ai nostri occhi di bambini distrusse il suo ufficio (più tardi divenne direttrice), un giorno mi sequestrò, senza motivo, lo spray che mi apriva i bronchi in caso di crisi. Dopodichè mi assalì la paura di morire e me la facevo addosso nel vero senso della parola, perché il mio corpo si dibatteva disperato ogni volta in cerca di aria.

Non dovevo aspettarmi nessun aiuto oltre quello di essere tenuta per mano dalla mia infermiera preferita. Lei non aveva il permesso di darmi niente! Quando lo raccontài a mia madre (mi chiamava ogni giorno) alla sua prima visita mi portò di nascosto uno spray…

Quando finalmente dopo 6 mesi (!) la “terapia” fu terminata potèi tornare a casa. A scuola dovetti però abbandonare la mia classe preferita perché dovetti ripetere l’anno…e pèrsi di nuovo tutti i vecchi amici.

Come potete immaginare il problema era tutt’altro che risolto! Durante il mio successivo soggiorno in clinica ricevetti un diario da mia zia….con la sua dedica: ”per il tuo ennesimo ricovero…” Iniziai veramente a scrivere in quel quaderno, e questo mi aiutò a mettere ordine nei miei pensieri.

Il mio ultimo soggiorno in ospedale fu verso i 12 anni e mezzo o i 13 anni. Per due settimane mi imbottirono talmente tanto di cortisone che mia madre quando mi fece visita quasi non mi riconobbe più. La mia pelle è ancora oggi così trasparente che si possono contare tutte le vene sottostanti. In seguito dovetti fare ogni 6 mesi una visita di controllo nella clinica pediatrica di Graz (finchè non superai il limite di età).

Ma poi arrivò la prima svolta. Avevo il mio primo ragazzo e mi allontanai sempre più da casa. Nonostante ciò ebbi fino a 38 anni ciclicamente degli attacchi, che però non erano più così gravi da farmi svenire.

Un giorno di settembre del 2011 mio padre morì. Subito dopo il mio asma si aggravò nuovamente e in dicembre andài da un dottore in cerca di aiuto e, se necessario, di una clinica di riabilitazione polmonare. Non passarono però neanche due giorni dalla visita medica che il mio asma era sparito di nuovo! Ho avuto di sicuro in quel periodo una crisi epilettica così grave da costringermi ad andare dal dottore. Il mio inconscio ha sicuramente realizzato che questo conflitto-di-paura-spavento, con la morte di mio padre, non potrà più ritornare ed ha risolto il conflitto.                                        

Una sola volta il mio polmone si è fatto sentire dopo uno spavento-shock, quando la mia cagnetta aveva fiutato qualcosa e voleva attraversare una strada e vidi mentalmente l’auto in arrivo che investiva la mia Gina. Sapevo che in una situazione del genere non mi avrebbe più ascoltato e non avrebbe fermato il suo sprint. Gridài come una pazza e, forse perché questo la aveva spaventata, si girò e ritornò verso di me - e mi sentìi sollevare un macigno dal cuore. Non passarono neanche due minuti che la voce era sparita e mi mancò il respiro, ma non ebbi paura – nel frattempo conoscevo la Medicina Germanica da un bel pezzo!

Questa è la mia “guarigione spontanea” (secondo la medicina ufficiale) – geniale!

Note di H. Pilhar:

Cosa si fa ai bambini per ignoranza…

Un conflitto è risolto solo quando non può più succedere di nuovo. Questo si evince bene da questa testimonianza. Altrettanto bene vi si evince come i binari, e con essi le recidive, aggirino la coscienza. Con il fidanzato (distacco da casa) il binario veniva sempre più evitato e gli attacchi diminuivano. Ma solo la morte del padre ha portato la soluzione definitiva del conflitto, perché lui era anche la causa del suo asma (sebbene lei lo amasse).

Anche l’incapacità e la complicità di questa medicina vi si evincono altrettanto chiaramente. In mancanza di conoscenza delle cause le loro supposizioni danno i frutti più grotteschi, anche nelle loro terapie! E’ inumano! Viviamo veramente ancora in un epoca di superstizione, tirannia, nemica dell’umanità…E’ tempo di impegnarsi per “informare”.  

L’asma è una costellazione schizofrenica dell’area del territorio. Quando la muscolatura dei bronchi ha gli spasmi (soluzione, attacco epilettico) e sull’area del territorio opposta c’è un altro conflitto qualsiasi attivo, si verifica un attacco di asma bronchiale, che dura il tempo della crisi epilettica.

La causa: in base alla lateralità e alla situazione ormonale, un conflitto da spavento (femminile) oppure da minaccia del territorio (maschile).

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